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Quello che si fa in Spagna rimane in Spagna - Capitolo 3


di Difficilissimo
04.11.2011    |    8.430    |    0 9.3
"Ci avevano scoperti e noi non riuscivamo a proferire parola ma la mia agitazione si placò quando notai Lorenzo che si massaggiava la patta dall'esterno dei..."
La trasgressione mi era sempre piaciuta, inutile negarselo. E non poteva essere altrimenti ripensando a quanto avevamo combinato la notte scorsa e ai sorrisi compiaciuti che ci scambiammo io e i miei tre compagni di squadra durante tutto il giorno. Disputammo e perdemmo la finale del torneo, ci fu rabbia e delusione che andarono un pò a cancellare la sensazione di perfezione che c'era stata per tutta la settimana. Fu così che l'ultima sera decidemmo comunque di uscire e di lasciare l'orgia gay per il nostro ritorno in camera. Io osservavo con piacere Fabio, non potevo immaginare di aver coinvolto anche lui in questa cosa, mi era semrpe piaciuto moltissimo anche se non avevo mai avuto modo di farglielo capire. Impazzivo per quel suo fisico adolescenziale, privo di muscoli ma slanciato, per quella sua carnagione olivastra e per quei profondi occhi neri che risaltavano ulteriormente un viso già piuttosto regolare e ben fatto. Anche Francesco e Cristian mi piacevano ma non era la stessa cosa, per loro era un'eccitazione sopportabile mentre l'idea di Fabio mi mandava in trance. Dopo il solito giro di Tequila Bar e di discoteche, ormai sbronzi e piuttosto arrapati, decidemmo di fare ritorno in albergo e ci mettemmo sul letto nudi in attesa che Cristian si fosse finito di travestire in bagno. Nell'attesa ci toccammo un pò tra noi tre e fu una cosa piacevole, era la prima volta che ci capitava soltanto noi, senza la figura di Cristian vestito da donna. Figura che emerse pochi minuti dopo dal bagno, un vero e proprio incanto che ci lasciò a bocca aperta. Ci fiondammo sulla nostra Cristina e come la sera precedente le sfilammo soltanto il perizoma per potercela gustare così splendidamente vestita e truccata. Ci lasciammo andare e lei si accucciò, impugnò, palpò e succhiò i nostri cazzi con foga quando improvvisamente si bloccò e tornando a parlare con la sua voce esclamò soltanto "Merda no...". Ci voltammo e rimanemmeno noi stessi gelati: ci eravamo dimenticati di chiudere a chiave la porta della camera e ci ritrovammo dinanzi Lorenzo, il nostro capitano, e Jacopo, altro nostro compagno. Ci avevano scoperti e noi non riuscivamo a proferire parola ma la mia agitazione si placò quando notai Lorenzo che si massaggiava la patta dall'esterno dei jeans. Erano entrambi ubriachi persi e fu Jacopo a chiederci se potevano aggregarsi anche loro. Ci sentiammo sollevati, soprattutto Fabio che sembrava il più preoccupato per essere stato scoperto e dopo aver ottenuto il permesso di Cristina, li invitammo ad aggiungersi a noi. Si denudarono in poco tempo: Lorenzo era chiaramente minus dotato, lo prendevamo spesso in giro e da arrapato sinceramente cambiava ben poco e lui comunque senza alcuna vergogna ci mostrò il suo cazzetto in tiro e lo avvicinò a sua volta alla bocca di Cristina. Invece Jacopo era di gran lunga il più dotato della squadra e aveva un enorme verga, lunga sicuramente ma più che altro larga e paccuta. Non ricordo nemmeno bene come ma dopo pochissimi minuti mi trovai anche io in ginocchio e avevo proprio l'enorme cazzo di Jacopo in bocca e succhiavo con gusto. Poi mettemmo Cristina a novanta sulle ringhiera del letto e a turni ci si alternava: uno dietro al suo culo a scoparla, uno davanti alla bocca a farsi spompinare mentre un altro la soddisfava a sua volta. I due che rimanevano fuori trovavano consolazione tra di loro sul letto. Ci scambiammo innumerevoli volte, Cristina era stremata e le ore passavano, era venuta e ci aveva fatto venire tante di quelle volte da parte il conto e non riusicva quasi più a prendere cazzi nel culo tanto aveva dolore. Il suo buco era diventato enorme e anche la bocca le faceva male quindi le permettemmo di andare a farsi la doccia e cambiarsi. Noi invece ci trattenemmo ancora un pò a fare sesso orale, ricordo che Lorenzo era il più scatenato nonostante il suo cazzetto e mi venne da sorridere a pensare alle tante volte che faceva l'omofobo durante i nostri discorsi sul sesso. Ci confessarono che avevano frequenti rapporti di sesso orale tra loro due (lui e Jacopo) nei lunghi pomeriggi che passavano a casa dell'uno o dell'altro mentre noi gli dicemmo che si era trattata della nostra prima esperienza comune. Giungemmo all'accordo, desiderato da tutti, di continuare questa storia e queste orge anche al nostro ritorno, promettendoci di non far trasparire nulla all'esterno e di valutare sempre con estrema calma e dettaglio eventuali nuove candidature. Ne parlammo anche con Cristina, ormai tornata Cristian, che ne fu entusiasta. Tornati nel nostro paese le cose andarono subito come avevo immaginato e perfino dopo gli allenamenti trovavamo il modo di rimanere per ultimi negli spogliatori per fare qualcosa tra di noi. Per non parlare dei tanti pomeriggi liberi che passavamo barricati in uno dei tanti appartamenti liberi che aveva Francesco e che solitamente affittava solo d'Estate, dove facevamo sesso fino allo strenuo delle nostre energie. Cristian non era sempre presente ma l'avventura spagnola lo aiutò a prendere coraggio e ormai convinto della sua omosessualità, ben presto si fidanzò con un ragazzino quindicenne di nome Andrea e quindi limitò ulteriormente le sue comparse ai nostri raduni. Arrivammo veramente a fare di tutto, compreso il sesso anale e reclutammo un altro ragazzo ancora, tale Mattia, che si unì a noi quasi per scherzo ma ben presto scoprì di impazzire per quello che facevamo in quell'appartamento. Non smetterò mai di pensare a quella fantastica vacanza a Lloret de Mar che mi ha aperto la possibilità di esprimere in pieno (come ai miei compagni) la nostra vera bisessualità (o omosessualità in alcuni casi) e mi sta regalando tuttora grandi momenti di gioia e godimento.
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